Da Uomini e donne a Pitti Immagine edizione ’91 il Cappellificio Tesi, dalle trecce dell’800…

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A Pitti Immagine Uomo edizione ’91 una folla di personaggi della TV e vip tra buyers e clienti, e fra questi il cosiddetto Gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, il soprannome del personaggio che in questo momento è tra i cavalieri più amati, apprezzati e discussi di Uomini e Donne di Maria De Filippi ovvero Giorgio Manetti,
Tesi-Donna-13il sessantenne fiorentino super-corteggiato, per il quale, nel corso di ogni registrazione, giungono almeno cinque donne in studio che sognano di poterlo conoscere e frequentare.
Nei suoi giri fra gli stand, ammirato e corteggiato, soffermandosi fra capispalla e trench, impermeabili e calzature, è andato direttamente al Cappellificio Tesi, toscani come lui e produttori dell’accessorio che in questo momento va per la maggiore, super personalizzato ed eccentrico, il capo Tesi-Donna-16immancabile nel guardaroba maschile secondo le griffe internazionali in scena in questi giorni a Pitti Uomo a Firenze.
Infatti la grande attenzione dei buyers è stata per il cappellificio toscano Tesi, che dalla metà dell’800 insegna a fare cappelli partendo dalle trecce e dai cappelli di paglia, dall’eccellenza dei maestri artigiani di una volta alla classica forma Borsalino di oggi
in feltro di lapin rasato, reinterpretata nei colori del nero, grigio, oceano, naturale, cammello e bruciato.
Tesi-Donna-116Piccoli borghi e paesi toscani, le trecciaiole sull’uscio di casa, mani che si muovono, rapide, svelte, a capo chino, una storia di artigianato che parte da metà dell’800 e continua oggi, nella produzione artigianale che tutto il mondo ci invidia e porta a dei fatturati importanti, portando il comparto del cappello, in Toscana, a fatturare oltre i cento milioni annui.
Le origini della Ditta Tesi risalgono alla metà del 1800, quando fu fondata a Signa una piccola compagnia specializzata nella produzione e nel commercio di trecce e cappelli di paglia.
16010670_751412878354788_1792682071_oLa fine del XIX secolo vide un periodo di grande prosperità del settore e la Ditta Tesi conquistò una posizione preminente sui mercati europei e americani.
All’inizio del XX secolo furono fatti significativi investimenti per ingrandire e modernizzare
la fabbrica e le sue attrezzature. Questo era il periodo d’oro dei cappelli “a canotto” e dei cappelli di paglia in generale, con grande attenzione all’uso di paglie Italiane ed orientali. Il mercato era in grande crescita e la Ditta Tesi anticipava la domanda dei clienti innovando e introducendo nuovi modelli. In questo clima di novità la Ditta Tesi introdusse sul mercato un nuovo materiale: il panama. Durante quegli anni, consolidò ulteriormente il suo prestigio internazionale e stabilì contatti con il Centro e Nord America per il commercio dei materiali grezzi e lavorati. Dopo la seconda guerra mondiale lo sviluppo continuò, nonostante il cappello 15992150_751412908354785_73216976_oavesse perduto lo status di elemento indispensabile nell’abbigliamento. Il boom economico post bellico provocò un cambio radicale nello stile di vita; i ritmi e le abitudini divennero frenetici. Il cappello continuò ad essere percepito come un importante accessorio, ma la moda del cappello di paglia cominciò a declinare, raggiungendo il suo periodo peggiore alla fine degli anni ’60. La solida reputazione dell’Azienda e la sua capacità di rinnovamento consentirono di superare i momenti di crisi dell’epoca, introducendo nuove linee in feltro e tessuto per uomo e donna.
L’esperienza e la capacità di innovazione sono la chiave del successo attuale della Ditta Tesi e la quinta generazione della famiglia è oggi alla guida della Società. La Ditta Tesi ha contribuito alla fondazione del “Museo della Paglia Domenico Michelacci”, a Signa, la capitale del cappello nei pressi di Firenze.

Tesi Luigi e Guido srl
via San Paolo 149
50013, Campi Bisenzio – Firenze
www.tesihats.com

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