La Venere di Urbino torna a casa

La Venere di Urbino torna a casa

Fino al 18 dicembre 2016

Per la prima volta, dopo cinque secoli, il capolavoro di Tiziano torna nella sua città natale.
Presso il Palazzo Ducale

Il boom dell’arte pop italiana

Il boom dell’arte pop italiana

Fino all’11 dicembre 2016
Schifano, Baj, Manzoni, Pistoletto, Fomez, Rotella, Adami, Mauri, Angeli, Mambor, Baruchello, Fioroni, Ceroli…..
Presso la Fondazione Magnani Rocca a Parma

Giovedì 03/11 18h30 | FLASH BACK_SOUND Special Event | Duo Trillium Live| RSVP

Flash_Back_okGiovedì 03/11 18h30 | FLASH BACK_SOUND Special Event | Duo Trillium Live| RSVP

ingresso e intrattenimento musicale gentilmente offerto, solo in lista

RSVP: flashback@souait.com

a seguire aperitivo.

FLASHBACK e’ la manifestazione dedicata all’arte antica e moderna che si svolge a Torino

nel mese di novembre all’insegna dell’imperativo: L’arte e’ tutta Contemporanea.

FLASHBACK presenta le migliori gallerie di settore, che, selezionate sulla base dell’importanza

delle opere e sulla loro presentazione, rappresentano cambiamento, trasformazione e originalita’.

FLASHBACK: PalaAlpitour ingresso da Via Filadelfia 82 Torino

Trillium nasce dall’incontro di due musicisti interessati a diversi linguaggi musicali: dalla classica alla contemporanea, dal jazz al free jazz, dal rock al prog al metal. Era fatale che si incontrassero sulla musica di Anthony Braxton, il grande compositore e multistrumentista al confine tra Jazz e Contemporanea che da sempre cerca di superare le barriere tra i linguaggi.

«Suoniamo Mozart e Jimi Hendrix: l’importante non è il genere, ma il mood del momento»

Federico Marchesano da vent’anni alterna basso e contrabbasso suonando jazz, rock e classica: «I musicisti dovrebbero mettersi in gioco di più, suonando in location inconsuete, e i direttori artistici dovrebbero creare stagioni più accattivanti»

Ha partecipato a più di cinquanta dischi, Federico Marchesano: è uno dei contrabbassisti più attivi degli ultimi anni e vanta collaborazioni tra le più disparate, da Louis Sclavis a Gianluigi Trovesi, da Fabrizio Bosso a Saba Anglana, passando per 3quietmen, Butch Morris, Mau Mau, Domenico Caliri, Roy Paci, Gian Maria Testa, Marco Minnemann e moltissimi altri. La peculiarità di Marchesano è il suo eclettismo: diplomato al Conservatorio G. Verdi di Torino, perfezionatosi con Franco Petracchi, è stato professore d’orchestra ma anche un vorace ascoltatore di generi lontani come il jazz e il metal, che rielabora ed esegue con modalità sui generis (arco, pizzicato, distorsori ed effetti).

Edmondo Tedesco ricopre il ruolo di clarinetto basso nell’Orchestra del Teatro Regio di Torino.

Si è dedicato all’esplorazione di diversi aspetti della musica contemporanea collaborando con una varietà di gruppi, dall’Ensemble Europeo Antidogma Musica (con il quale ha partecipato a festival internazionali in tutta Europa e in Giappone, Australia, Messico) al Toujours Ensemble fondato da Nicola Campogrande.
Il compositore portoghese Emmanuel Nunes gli ha affidato l’esecuzione delle sue opere per clarinetto all’Accademia Chigiana di Siena, a Parigi, in Spagna e Portogallo.
Ha registrato per Stradivarius alcune delle opere più significative per clarinetto di Franco Donatoni e Goffredo Petrassi.
Ha inoltre partecipato al Sonic Genome di Anthony Braxton nell’edizione 2015, già considerata storica, che si è tenuta al Museo Egizio di Torino per l’inaugurazione del Torino Jazz Festival.

 

After Party Nesxt Independent Art Festival

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After Party Nesxt Independent Art Festival

NESXT con Thegifer ,Torino Graphic Days e OGT
presentano

Venerdì 4 Novembre 2016 ore 23.30

After Party Nesxt Independent Art Festival

AZIMUT CLUB

via Modena 55 Torino

 

Silver Room Resident Dj’s

Miky Cino
David Lani

Gold Room Dj

Emanuele Vesci
NoizyKnobs

visual set by Okkult montion pictures
NESXT inaugura venerdì 4 novembre

e invita il suo pubblico festeggiare l’ ANNO ZERO

 

NESXT è il network internazionale rivolto al panorama artistico no profit, tra associazioni, artist run space e collettivi.
Inaugura il 27 ottobre con il circuito off che andrà a coinvolgere oltre 20 spazi culturali della città di Torino in una serie di mostre ed eventi che formeranno un percorso per tutta la città:
Almanac , ARTECO, Autofocus – concorso d’arte giovane – /VANNI, Barriera, Progetto Diogene, e/static , Fusion Art Gallery+ Edizioni Inaudite, Galleria Alessio Moitre, Galo Art Gallery, Laboratorio Artistico Pietra | @Pasaj (Istanbul), Libreria Bodoni / Spazio B , JEST, Ncontemporary, Officina 500 | Ambulante Galerie – @Association ART’ccessible (Marsiglia), Phos( Torino), Spazio Bianco, Spaziobuonasera, Spazio Ferramenta, CineTeatro Baretti, Teatro Garabato oppure Piccolo Piccolo , Torino Graphic Days, UltraSpazio Coworking Torino.

Dal 4 al 6 novembre Nesxt apre le porte del Q35 un enorme complesso in via Quittengo 35, per il main event con:

– I 20 spazi selezionati tramite Open Call: Wunderbar+ Peninsula Dotland(RomaBerlino), Zentrum (Varese), Museo wunderkammer Trento (Trento), Werkbank Lana (Bolzano), Studio Corte 17 Prato (Prato), @Spazio Y (Roma), SPAZIENNE (Milano), RAVE East Village Artist Residency *(Trivignano Udinese – UD), Ramdom (Lecce); N38 E13 Cultural Space(Palermo), Museo d’Inverno (Siena), LOCALEDUE (Bologna), Le Dictateur+B-tomic (Milano), Giuseppefraugallery (Gonnesa – CI), Frequente(Milano), Current (Milano), Carico Massimo (Livorno), BOCS (Catania), /77 (Milano), Cose Cosmiche (Milano).

– Il focus sulla grafica d’arte realizzato con il supporto di personalmedia | agenzia di comunicazione : Ciebbì Ciebbì ChickenBroccoli (Roma), Costola (Genova) + Fame (Roma), Elyron (Torino), Fondo AA.VV. (Biella), Presidio Artistico Circolarei (Torino), Print About Me (Torino), tuta (Torino), Venti Dita Studio (Torino).

– I Live con la rassegna Bodyteller a cura di Francesca Arri con Sabrina Casadei (Roma), Moving Bodies Festival (Dublino), Clarinde Wasselink (Amsterdam), Spazio Ferramenta (Torino), Mare di Dirac (Torino), DIctateur+B-tomic+Larsen (Milano), Emanuele Vesci (Berlino Roma), Superbudda (Torino), EX NUNC (Londra Web), Vivian Chinasa Ezugha (Nigeria UK), VestAndPage (Germania Italia, film), Le Ragazze del Porno (Italia), Calista Record (Torino), Tweeedo e Dario Timpani (Torino), Genau (Torino), Gandalf e High Files (Torino), Ambra Gatto Bergamasco e Edegar Fernando Starke (Dublino Berlino, NoiziKnobs (Torino).
NESxT, attraverso la mostra e il circuito cittadino, prende la forma di un grande evento condiviso che abbraccia la città e la presenta come unico spazio creativo multiforme, per stimolarlo e promuoverlo di fronte al pubblico internazionale della settimana di Contemporaryart Torino Piemonte in collaborazione con altre realtà progettuali come Spazio Ferramenta, Superbudda, Calista Records, GENAU e Moving Bodies Festival, oltre a operazioni di networking con soggetti indipendenti che realizzano iniziative artistiche nella settimana dell’arte contemporanea: DAMA (fiera di arte contemporanea che avrà luogo a Palazzo Saluzzo Paesana), Thegifer(festival di gif art che si articola in una serie di location cittadine) e Torino Graphic Days (festival di grafica che avrà casa presso Toolbox).

Direzione artistica Olga Gambari;
Comitato scientifico: Pietro Gaglianò, Andrea Lacarpia, Roberta Pagani, Giangavino Pazzola e Marco Scotini.
Conferenza stampa:
Superbudda ? Via Valprato 68, Torino
20 ottobre 2016
ore 18.00

 

Il progetto NESXT è ideato e prodotto dall’Associazione ArteSera e realizzato grazie al sostegno della Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea con il Patrocinio della Città di Torino e del Gai.

con il supporto tecnico di
@Vima visual audio sistem e Bibblion Graphic

Sito web
www.nesxt.org

Pubblicato in Arte

Derek Fordjour

Derek_fordjour_FBDerek Fordjour

Agency & Regulation

Opening 7 Ottobre, ore 18.30
7 Ottobre – 2 Novembre 2016
Il lavoro di Fordjour parte dall’esplorazione del “game-ification” nelle strutture sociali, ovvero l’identificarsi nel gioco o nello sport, e l’inerente vulnerabilità dell’individuo in questo contesto. Fordjour è cresciuto all’interno delle segregazioni razziali legalizzate a Memphis, Tennesse, e vede nello sport la possibilità di riscatto per chi ha dovuto subire ingiustizie, ma anche una struttura e dei codici troppo rigidi di cui alla fine l’atleta paga il peso.

In molti casi, l’atleta, protagonista dei suoi quadri e spesso in uniforme, che appare forte ed invincibile, viene buttato nell’arena dove lotta di fronte al pubblico oltre le sue forze; egli è vulnerabile ed apre le proprie ferite allo sviluppo del gioco stesso, diventando egli stesso sostituibile, posseduto dall’estabilishment della squadra e responsabile di fronte a loro.

L’esperienza ed il confronto di queste idee aprono il lavoro di Fordjour ad una più ampia possibilità di ricordo delle sue personali ansie, come artista, come uomo Afro-Americano, soggetto esposto a varie forme di ostilità ed incertezze. In questo momento, quasi di cristallizzazione, la memoria dell’artista torna al tempo in cui in giovinezza ha compreso le ingiustizie delle disparità razziali compiendo una semplice analogia con le regole dello sport, per cui se le stesse non sono corrette, per quanto l’atleta possa giocare bene ed impegnarsi, egli non potrà mai vincere, come un bambino nero- Derek Fordjour – nell’eterna battaglia contro i segni dell’inferiorità. Questo simbolo di ingiustizia implica complessi problemi sociali in una narrativa artistico-allegorica.

Lo spazio sociale occupato sia dal “gioco” che dall’arte all’interno della cultura, costituiscono un fertile punto di discussione e critica sociale. Gli sport e le arti sono entrambi universi culturali. Non è immaginabile una cultura, passata o presente, che possa escludere entrambi. Quale sia la loro relazione è dunque punto di partenza per il lavoro dell’artista.
Per Fordjour lo sport dovrebbe senza dubbio essere riconosciuto come forma d’arte – sport ed arte hanno quel genere di relazione che Johann Wolfgang Von Goethe descriveva come affinità elettive- . Essi non hanno scopi pratici ed entrambi sono nati per quello che il filosofo Johan Huizinga ha chiamato “l’istinto del gioco”, oltre a relazionarsi tra loro in modo sibillino, sono compresi nell’estesa famiglia della “cultura”.

La nozione della “iper-aspettativa” suggerisce nuovamente ansietà nell’artista, come elemento riscontrato attraverso il completamento dell’educazione. In tal senso l’artista introduce nei suoi lavori la presenza delle medaglie e dei trofei, come simbolo negativo, che diviene punto di domanda nella scala dei valori dell’affermarsi attraverso un premio, ma anche potere dinamico distruttivo dei talenti neri attraverso la proprietà dei bianchi, ovvero una cronico onere psicologico per gli atleti di colore, che devono costantemente dimostrare la propria forza disconnettendosi dalla propria comunità.

Il primo incontro dell’artista con la scultura e l’oggetto sono stati gli intagli nel Ghana, al tempo stesso decorativi ed utili. Egli ricorda da bambino i regali del padre al ritorno dalla terra d’origine, come le palle di legno, o i busti neri che ricordavano le statue dei campioni dello sport.

Influenzato dalla narrativa figurativa dell’artista tedesco Christophe Ruckhaberle, come dai suoi elementi teatrali, le distorsioni dello spazio circostante, il movimento della scena, in modo che il pavimento diventi tutt’uno con il piano del quadro, Fordjour individua il soggetto quasi come una scultura racchiusa in e piccole nicchie che ricava all’interno del dipinto, confondendole con lo sfondo usato nella composizione, concettualizzando spazio e figura.
Mentre i pattern contenuti sui muri od i pavimenti hanno un significato simbolico, funzionando da strumento visuale, incrementano l’effetto ottico consentendo una ricca interrelazione tra immaginario e spazio reale all’interno fella struttura portante del dipinto. L’interesse per una prospettiva piatta sono referenziali di Wayne Thiebaud e di quell’intento di catturare l’opulenza e l’ atmosfera di quella classe Americana medio-alta.

Influenzato da Kerry James Marshall e dalla sua convinzione che la figura nera ostenti un apologetico ruolo nei canoni della storia dell’arte, il lavoro di Derek Fordjour si relaziona principalmente in un’inchiesta sulle disparità economiche e politiche che si manifestano nelle varietà dei sistemi sociali, ponendo l’accento su certe inguaribili iniquità correlate ad una cultura ossessionata dal desiderio di vincere ad ogni costo, sia individualmente che collettivamente.

Derek Fordjour, classe1974, vive e lavora a New York, NY.
Tra le mostre personali ricordiamo Upper Room, Robert Blumenthal Gallery, New York, NY; Meritocracy, Jack Bell Gallery, London, UK;The Big Game, Storefront Ten Eyck Gallery, Brooklyn, NY e Derek Fordjour : Eight Paintings, Papillion Art, Los Angeles, CA.
Tra le mostre collettive ricordiamo March Madness, curata da Hank Willis Thomas & Adam Shopkorn, Fort Gansevoort, New York, NY; Summer Fling, Johannes Vogt, East Heampton, NY; And There is an End, Roberts & Tilton Gallery, Los Angeles, CA; Mixed Doubles, Sometimes Gallery, New York, NY; No Such Place, Edward Tyler Nahem Gallery, New York, NY.

 

LUCE GALLERY
Corso San Maurizio 25
10124 Torino, Italia
T. +39 0118141011
www.lucegallery.com // info@lucegallery.com
Orari galleria: dal martedì al sabato 15.30 – 19.30

Ufficio stampa Emanuela Bernascone

011 19714998 – 335 256829
info@emanuelabernascone.com
www.emanuelabernascone.com

Bari, Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto” comunicazione GEP 2016

veduta dalla IV sala (sala Bellini) Bari, Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto” comunicazione GEP 2016

Anche quest’anno la Pinacoteca Metropolitana di Bari “Corrado Giaquinto” aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio (GEP), sabato 24 e domenica 25 settembre 2016.
In programma sabato 24 settembre, oltre al consueto orario di apertura giornaliero dalle 9:00 alle 19:00, c’è anche l’apertura straordinaria, dalle 20:00 alle 23:00.
Domenica 25 settembre aperto dalle 9:00 alle 13:00.
Per tutto il week-end delle GEP c’è ingresso libero. Buona visita!

 

Alessandro Mendini

4da9ada1-5ab3-41c4-a8a6-e388a5aec456 (1)Alessandro Mendini è nato nel 1931 a Milano, dove vive e lavora.
Laureatosi architetto, è stato fatto membro onorario della Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme. Gli è stato attribuito il Compasso d’oro per il design (1979 – 1981 – 2014), è “Chevalier des Arts et des Lettres” in Francia, ha ricevuto l’onorificenza dell’Architectural League di New York e la Laurea Honoris Causa al Politecnico di Milano e all’École Normale Supérieure de Cachan in Francia. E’ professore onorario alla Accademic Council of Guangzhou Academy of fine Arts in Cina. Nel 2015 gli è stato conferito l’European Prize for Architecture 2014 a Chicago, la Laurea Honoris Causa dall’Accademia di Belle Arti di Wroclaw in Polonia e dall’Università KMU- Kookmin University di Seoul in Corea, ed è divenuto Mestre de Design al FAD di Barcellona in Spagna. E’ tra i fondatori di Domus Academy.
Ha diretto in successione le riviste “Casabella” (1970-1976), “Modo” (1977-1981) e “Domus”(1980- 1985; 2010- 2011).
Collabora con compagnie come Alessi, Bisazza, Hermés, Philips, Kartell, Swatch, Venini, Cartier, ed è consulente di varie industrie in Corea, come Ramun International, Cha Hospital, SPC Group, Samsung, Prouna. In Cina, nella provincia di Guangdong, è consulente per l’immagine di Elegant Living Corporation.
I suoi lavori si trovano in vari musei e collezioni private nel mondo.
Nel 1989 ha aperto assieme al fratello, architetto Francesco Mendini, l’Atelier Mendini a Milano. L’Atelier ha progettato le Fabbriche e gli uffici Alessi e il Museo del Casalingo a Omegna; la nuova piscina olimpionica a Trieste; il restauro della Villa Comunale a Napoli; i nuovi uffici di Trend Group a Vicenza; il recupero di una zona industriale con edifici destinati a spazi commerciali e residenziali nel quartiere Bovisa a Milano; una torre ad Hiroshima in Giappone; il Museo di Groningen in Olanda; un quartiere a Lugano in Svizzera; il palazzo per gli uffici Madsack ad Hannover e un palazzo Commerciale a Lörrach in Germania. in estremo oriente la nuova sede della Triennale di Milano a Incheon, gli edifici residenziali Posco a Seoul, la Torre Osservatorio nella città di Suncheon, il Terminal dell’alta velocità a Gwangju. L’Atelier Mendini ha ricevuto la Medaglia d’oro all’architettura italiana 2003 alla Triennale di Milano per il progetto delle stazioni Metropolitana di Napoli e il Villegiature Awards 2006 a Parigi per il Byblos Art Hotel di Verona, come “Best Hotel Architecture and Interior Design in Europe”.

 

Le sentinelle della duchessa. I testimoni di Paladino al bastione di Santa Scolastica presso Pinacoteca Matropolitana “Corrado Giaquinto” Bari

locandina Testimoni PALADINOLe sentinelle della duchessa. I testimoni di Paladino al bastione di Santa Scolastica presso Pinacoteca Matropolitana “Corrado Giaquinto” Bari

Sabato 30 aprile ore 17:30

presso il bastione di Santa Scolastica a Bari, sarà inaugurata la mostra

Le sentinelle della duchessa

I Testimoni di Paladino al bastione di Santa Scolastica a Bari

Uno dei fenomeni, ormai abbastanza diffuso nel mondo dell’arte, è quello della mise-en-scène simultanea di antico e contemporaneo, con risultati spesso sorprendenti: è come se l’antico acquistasse nuova forza e vitalità dal contemporaneo, e quest’ultimo, a sua volta, mettesse a nudo le sedimentazioni culturali che l’hanno nutrito, con un indiscutibile beneficio reciproco.

L’arte di Mimmo Paladino, al tempo stesso coltissima e popolare, classica e contemporanea, è una di quelle che meglio riescono a dialogare, con una sottile, straordinaria intensità, con le opere antiche intese in senso lato e/o con gli ambienti carichi di storia in cui vengano inserite e a dare loro una personale, inconfondibile impronta.

In questa piccola, affascinante mostra, curata da Clara Gelao ed Enzo Di Martino e allestita nel bastione di Santa Scolastica a Bari, maestoso avamposto dell’omonimo complesso monumentale dove fervono i lavori di restauro finalizzati alla riapertura del Museo Archeologico della Città Metropolitana di Bari, le opere di Paladino, due esemplari della serie in tufo dei “Testimoni”, sono inserite in un contesto ambientale che è difficile immaginare più ricco di storia, venendo ad assolvere inconsapevolmente alla metafunzione che viene spontaneo attribuire loro, quella di “sentinelle della duchessa”, ovvero di particolarissime “guardie” al servizio di Bona Sforza, regina di Polonia e duchessa di Bari, che quel bastione fece costruire.

Due presenze imponenti in cui sembra di cogliere echi neanche troppo lontani dei canopi etruschi, delle steli daune e, come nota acutamente Enzo Di Martino nel saggio in catalogo, delle celebri madri di Capua, eppure assolutamente contemporanee; che, con i loro sguardi persi nel nulla, sembrano dominare, oltre che l’ambiente, la vastità della storia e, nello stesso tempo, proseguirla senza soluzione di continuità.

Museo Archeologico Santa Scolastica

“Il Bastione”

Area Archeologica di San Pietro

 

Orari

Lunedi e da mercoledi a sabato: 10.00-17.00 (16.15 partenza ultima visita)

Domenica e festivi: 10.00 -14.00 (13.15 partenza ultima visita)

Chiuso il martedì

Ingresso con percorso multimediale e visita guidata

Intero 5,00 euro

Ridotto 3,00 euro (previa esibizione di documento attestante una delle seguenti condizioni): visitatori dai 6 ai 25 anni e oltre i 65 anni; personale dell’ex Provincia di Bari; personale del MiBACT; membri ICOM e ICCROM; guide turistiche abilitate; docenti e studenti iscritti alle Accademie delle Belle Arti o a corrispondenti Istituti dell’Unione Europea; docenti e studenti dei corsi di laurea, laurea specialistica, perfezionamento post-universitario e dottorato di ricerca delle facoltà di architettura, conservazione dei beni culturali, scienze della formazione, lettere e filosofia con indirizzo archeologico o storico-artistico; docenti di storia dell’arte degli istituti d’istruzione secondaria superiore.

Ridotto scolaresche: 2,50 euro

Gratuito: minori di 6 anni, disabili e accompagnatori, insegnanti che accompagnano le classi in visita, giornalisti in possesso del tesserino, guide turistiche abilitate nell’esercizio della propria attività professionale.

 

Orari visite guidate

Feriali: 10.15, 11.15, 12.15, 13.15, 14.15, 15.15, 16.15

Festivi: 10.15, 11.15, 12.15, 13.15

 

Gli orari delle visite guidate possono subire variazioni

 

Contatti

Info: museoarcheologico@provincia.ba.it

Ticket: castarcheologia@gmail.com

Prenotazioni, visite guidate e attività didattiche: info@associazionearta.it

Tel. +39 349 2959757 – +39 349 7509656

Galleria Antonio Colombo | giovedì 21 aprile dalle 18.30 – conversazione con Arduino Cantafora e Alessandro Mendini, Franco Raggi e Ivan Quaroni

image002Galleria Antonio Colombo | giovedì 21 aprile dalle 18.30 – conversazione con Arduino Cantafora e Alessandro Mendini, Franco Raggi e Ivan Quaroni

ANTONIO COLOMBO ARTE CONTEMPORANEA

Via Solferino 44 – Milano

Giovedì 21 Aprile dalle ore 18.30

in occasione della mostra attualmente in corso Cose, Case, Città,
si terrà una conversazione con gli artisti Arduino Cantafora e Alessandro Mendini,
insieme a Antonio Colombo, Franco Raggi e Ivan Quaroni, curatore della mostra.

Un appuntamento aperto al pubblico –

Vi ricordo che la mostra rimarrà aperta fino al 18 maggio.
Clara Buoncristiani PR&Communication Studio | via Zuccari 14 – 25127 Brescia (Italy) | www.clarabuoncristiani.it

Arduini Cantafora

b04c9345-4515-4347-b4e0-65182af2db32 (1)Arduini Cantafora
Arduini Cantafora, nato a Milano nel 1945. Vive e lavora a Losanna, Svizzera.
Architetto, professore di architettura alla Scuola Politecnica Federale di Losanna e all’Accademia di Architettura di Mendrisio è uno tra i pochi italiani a essere stati invitati come “Visiting Professor” alla Yale University.
La carriera di Cantafora ha pochi paragoni per l’eccellenza dei risultati conseguiti.
Un elenco solo parziale comprende mostre personali alla Triennale di Milano, nel 1973 con il grande pannello “Città analoga”, che divenne il manifesto di una nuova tendenza che recuperava gli elementi del razionalismo e dell’architettura europea del Novecento, e nuovamente nelle edizioni del 1980 e 1984. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia, sia nella sezione Architettura che in quella di Arti Visive, nel 1982 all’Alcazar di Siviglia, nel 1984 alla Martin Gropius Bau di Berlino, nel 1990 a Palazzo Reale di Milano e nel 1994 al Centro Pompidou di Parigi.
L’attività di Cantafora comprende anche numerose scenografie per la Scala e per altri prestigiosi teatri, una serie di pubblicazioni sul tema dell’architettura e dell’insegnamento e alcuni scritti di pura narrativa pubblicati da Einaudi.
Nel 2003 ha vinto il premio di pittura Michetti.
Il riconoscimento internazionale della qualità del suo lavoro è anche ben testimoniato dalla recente acquisizione da parte del Museo Nazionale d’Arte Moderna (MNAM) del Centre Pompidou di Parigi di una sessantina di opere per la collezione permanente.

 

e.

 

Pubblicato in Arte

Arduino Cantafora, Alessandro Mendini – Cose, Case, Città | 6 aprile 2016

0313a44d-b320-4196-b8a4-2eedb817e2fd Arduino Cantafora, Alessandro Mendini – Cose, Case, Città | 6 aprile 2016

ARDUINO CANTAFORA – ALESSANDRO MENDINI

Cose, Case, Città

a cura di Ivan Quaroni

Arduino Cantafora, Alessandro Mendini – Cose, Case, Città | 6 aprile 2016
Arduino Cantafora, Domenica Pomeriggio III, 2016, vinilico e olio su tavola, 80×120 cm

Alessandro Mendini, ST, 1986, nitro su tela, 195×150 cm

Antonio Colombo Arte Contemporanea è lieta di presentare Cose, Case, Città, doppia personale di Arduino Cantafora e Alessandro Mendini, a cura di Ivan Quaroni.
La mostra raccoglie opere di vari periodi, che incarnano aspetti diversi, e perfino contrapposti, della cultura visiva postmoderna al confine tra arte e architettura.
Entrambi architetti, artisti e scrittori, ma anche raffinati intellettuali, Alessandro Mendini e Arduino Cantafora si cimentano, attraverso le loro opere, in un serrato confronto di stili, linguaggi e ossessioni antitetiche.
Due anime del Postmoderno, quella post-avanguardista, neofuturista di Mendini e quella anacronista, retrospettiva, classica di Cantafora, il primo guarda avanti, inventa i concetti di “Cosmesi Universale” e il “Design Pittorico”, il secondo torna al mestiere, al rapporto con la realtà ottica. Due anime, la neomoderna e la classica che hanno convissuto nel Postmodernismo, così come fecero la Transavanguardia, gli Anacronisti, i Citazionisti e i Nuovi Nuovi, incarnando i vari aspetti di una medesima attitudine verso il ripescaggio e il ripensamento della storia dell’arte.

In mostra, di Arduino Cantafora saranno esposti alcuni dipinti di vedute di città silenti della serie Domenica Pomeriggio accanto alle composizioni complesse dei Teatri di Città, e ad una selezione di opere più piccole dedicate a scorci di interni. Alessandro Mendini, invece, esporrà opere su tavola e tela, dipinte con una speciale vernice alla nitro, alcuni oggetti e prototipi oltre che una serie di disegni degli ultimi anni.
Le sue opere saranno inserite in un wallpainting policromo site specific.

Allievo e collaboratore di Aldo Rossi fino al 1978, ma con un background che affonda le radici nell’interesse scientifico per una lucida e razionale riproduzione realistica, Arduino Cantafora ha dipinto opere in cui non solo l’architettura urbana, ma anche gli interni domestici, gli oggetti e i luoghi sono descritti con un impressionante rigore e una straordinaria acribia tecnica.
b04c9345-4515-4347-b4e0-65182af2db32 (1)Architetto, insegnante e scrittore – tra i suoi scritti vale la pena ricordare almeno Quindici stanze per una casa, pubblicato da Einaudi – Arduino Cantafora è autore di una pittura pulita, otticamente esatta, spesso imbevuta di umori mercuriali e malinconici. I suoi dipinti, che spaziano dalle vedute urbane alle allegorie architettoniche, dagli interni borghesi alle vecchie locomotive a vapore, mostrano che alla base del suo modus pingendi c’è sempre un profondo interesse umanistico per lo studio morfologico delle forme.
Influenzato da Caravaggio e dalla pittura lombarda del Cinque e Seicento, ma anche dal Divisionismo, dal Purismo e dalla Metafisica, il linguaggio figurativo di Arduino Cantafora si configura come l’esito di un personalissimo percorso memoriale, che parte da una sentita adesione al dato ottico per ricostruire l’identità storica individuale e collettiva. Un’attitudine, questa, che ha poi tradotto in una pratica didattica al Politecnico di Losanna e all’Accademia di Architettura di Mendrisio, dove ha affrontato i diversi temi legati al problema della rappresentazione. “Ho sempre sperato, durante gli anni di insegnamento”, ha confessato l’artista, “di riuscire a contribuire al piacere di vedere le cose, allo stupore della visione come fattore di libertà inalienabile individuale, che nel sapere cogliere lungo l’arco del giorno e delle stagioni il rincorrersi della luce, possa incontrare la sempre identica a se stessa gioia dell’essere”.

4da9ada1-5ab3-41c4-a8a6-e388a5aec456 (1)Architetto, designer, teorico e scrittore, Alessandro Mendini ha passato l’infanzia in una casa borghese disegnata da Piero Portaluppi, circondato dalle opere dei maggiori artisti italiani del Novecento collezionate dai suoi parenti. A questo imprinting visivo, fondamentale per la sua formazione, si è unita poi una vivace passione per il disegno. Dopo la laurea in architettura, inizia a lavorare allo Studio Nizzoli, ma nel 1970 lascia la progettazione per dirigere le riviste “Casabella”, “Modo” e “Domus”, attraverso cui diffonde le sue idee di rinnovamento nel design. Alla fine degli anni Settanta entra nello Studio Alchimia, il gruppo di design radicale che negli anni Ottanta riscrive le regole della progettazione in senso anti-funzionalista, puntando sulla produzione di oggetti di puro piacere, prototipi, mobili, ambienti, installazioni e arredi ispirati all’estetica kitsch e all’arte popolare.
Nel design come nell’architettura, Mendini affronta il progetto come arte e l’arte come progetto, creando curiose contaminazioni tra pittura e architettura e inventando concetti provocatori come “Design Pittorico”, “Artigianato Informatico” e “Architettura Ermafrodita”.
Seguendo una logica paradossale, infatti, Mendini trasferisce in pittura l’approccio ideativo del design e dell’architettura, mentre infonde in questi ultimi l’impulso emozionale dell’arte. “Data l’insufficienza del progetto a fronteggiare il mondo”, scrive nel 1986, “esso viene sostituito dal dipinto, che diventa un’opera senza principio, senza fine e senza giustificazione, una formalistica rete di stilemi e riferimenti visivi, simile al frangersi di un’onda”.
I suoi oggetti, così come i suoi dipinti sono contrassegnati dall’invenzione di un personale alfabeto di forme astratte, modellate sulla reinterpretazione dei linguaggi delle avanguardie moderniste e futuriste. Nei disegni, affiora, invece, l’anima più ironica e poetica di Mendini, incline alla creazione di racconti visivi sospesi tra il bozzetto e il progetto, eternamente in bilico tra il bisogno di costruire e il desiderio di sognare.
La mostra inaugura mercoledì 6 aprile alle ore 18.30
e resterà aperta fino al 19 maggio 2016
da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 – sabato dalle 15.00 alle 19.00
aperture speciali per la settimana del Salone del Mobile:
da martedì 12 aprile a venerdì 15 aprile dalle 11.00 alle 20.00,
sabato 16 e domenica 17 aprile dalle 13.00 alle 19.00

giovedì 21 aprile alle ore 18.30
conversazione con gli artisti, Franco Raggi e il curatore Ivan Quaroni
ARDUINO CANTAFORA, nato a Milano nel 1945. Vive e lavora a Losanna, Svizzera.
Architetto, professore di architettura alla Scuola Politecnica Federale di Losanna e all’Accademia di Architettura di Mendrisio è uno tra i pochi italiani a essere stati invitati come “Visiting Professor” alla Yale University.
La carriera di Cantafora ha pochi paragoni per l’eccellenza dei risultati conseguiti.
Un elenco solo parziale comprende mostre personali alla Triennale di Milano, nel 1973 con il grande pannello “Città analoga”, che divenne il manifesto di una nuova tendenza che recuperava gli elementi del razionalismo e dell’architettura europea del Novecento, e nuovamente nelle edizioni del 1980 e 1984. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia, sia nella sezione Architettura che in quella di Arti Visive, nel 1982 all’Alcazar di Siviglia, nel 1984 alla Martin Gropius Bau di Berlino, nel 1990 a Palazzo Reale di Milano e nel 1994 al Centro Pompidou di Parigi.
L’attività di Cantafora comprende anche numerose scenografie per la Scala e per altri prestigiosi teatri, una serie di pubblicazioni sul tema dell’architettura e dell’insegnamento e alcuni scritti di pura narrativa pubblicati da Einaudi.
Nel 2003 ha vinto il premio di pittura Michetti.
Il riconoscimento internazionale della qualità del suo lavoro è anche ben testimoniato dalla recente acquisizione da parte del Museo Nazionale d’Arte Moderna (MNAM) del Centre Pompidou di Parigi di una sessantina di opere per la collezione permanente.

ALESSANDRO MENDINI, è nato nel 1931 a Milano, dove vive e lavora.
Laureatosi architetto, è stato fatto membro onorario della Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme. Gli è stato attribuito il Compasso d’oro per il design (1979 – 1981 – 2014), è “Chevalier des Arts et des Lettres” in Francia, ha ricevuto l’onorificenza dell’Architectural League di New York e la Laurea Honoris Causa al Politecnico di Milano e all’École Normale Supérieure de Cachan in Francia. E’ professore onorario alla Accademic Council of Guangzhou Academy of fine Arts in Cina. Nel 2015 gli è stato conferito l’European Prize for Architecture 2014 a Chicago, la Laurea Honoris Causa dall’Accademia di Belle Arti di Wroclaw in Polonia e dall’Università KMU- Kookmin University di Seoul in Corea, ed è divenuto Mestre de Design al FAD di Barcellona in Spagna. E’ tra i fondatori di Domus Academy.
Ha diretto in successione le riviste “Casabella” (1970-1976), “Modo” (1977-1981) e “Domus”(1980- 1985; 2010- 2011).
Collabora con compagnie come Alessi, Bisazza, Hermés, Philips, Kartell, Swatch, Venini, Cartier, ed è consulente di varie industrie in Corea, come Ramun International, Cha Hospital, SPC Group, Samsung, Prouna. In Cina, nella provincia di Guangdong, è consulente per l’immagine di Elegant Living Corporation.
I suoi lavori si trovano in vari musei e collezioni private nel mondo.
Nel 1989 ha aperto assieme al fratello, architetto Francesco Mendini, l’Atelier Mendini a Milano. L’Atelier ha progettato le Fabbriche e gli uffici Alessi e il Museo del Casalingo a Omegna; la nuova piscina olimpionica a Trieste; il restauro della Villa Comunale a Napoli; i nuovi uffici di Trend Group a Vicenza; il recupero di una zona industriale con edifici destinati a spazi commerciali e residenziali nel quartiere Bovisa a Milano; una torre ad Hiroshima in Giappone; il Museo di Groningen in Olanda; un quartiere a Lugano in Svizzera; il palazzo per gli uffici Madsack ad Hannover e un palazzo Commerciale a Lörrach in Germania. in estremo oriente la nuova sede della Triennale di Milano a Incheon, gli edifici residenziali Posco a Seoul, la Torre Osservatorio nella città di Suncheon, il Terminal dell’alta velocità a Gwangju. L’Atelier Mendini ha ricevuto la Medaglia d’oro all’architettura italiana 2003 alla Triennale di Milano per il progetto delle stazioni Metropolitana di Napoli e il Villegiature Awards 2006 a Parigi per il Byblos Art Hotel di Verona, come “Best Hotel Architecture and Interior Design in Europe”.
ANTONIO COLOMBO ARTE CONTEMPORANEA
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“Tre padri” in una conversazione per la festa del papà Bari, Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto”

image001 (2)“Tre padri” in una conversazione per la festa del papà Bari, Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto”

Sabato 19 marzo 2016

“Tre padri” in una conversazione per la festa del papà
In occasione della festa del papà, sabato 19 marzo 2016 alle ore 17:30, Giacomo Lanzilotta, Ispettore della Pinacoteca, terrà una conversazione sul tema
Abramo, Zaccaria e Giuseppe: tre idee di paternità in alcuni dipinti della Pinacoteca.

Mai come in questi giorni i temi della paternità, della famiglia, dei rapporti anche giuridici tra genitori e figli sono oggetto di vivaci discussioni e di grande interesse per l’opinione pubblica.
Prendendo spunto da alcune opere del Sei e Settecento presenti in Pinacoteca, la conversazione affronterà tre particolarissime figure di padri che nel corso dei secoli hanno ispirato numerosi capolavori della storia dell’arte, fino alle più recenti interpretazioni nella cinematografia internazionale: da Abramo messo alla prova del sacrificio di Isacco, all’incredulo Zaccaria padre del Battista, fino a Giuseppe, padre “putativo”, davanti al mistero dell’Incarnazione.

Ingresso libero in Pinacoteca a partire dalle ore 16:30

CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE e/o DIFFUSIONE.

Grazie

 

Pinacoteca metropolitana “Corrado Giaquinto”

Via Spalato, 19/Lungomare Nazario Sauro, 27 – IV piano Bari

Tel. 080/5412420 www.pinacotecabari.it

Per informazioni: Tel: 080/5412306 pinacoteca@cittametropolitana.ba.it

Ufficio Stampa: Tel. 080/5412427 pincorradogiaquinto@tiscali.it;

 

Alla Pinacoteca metropolitana di Bari si può arrivare in treno (dalla stazione 10/15 minuti a piedi), in aereo (30 minuti per giungere in centro città col taxi o col terminal), pullmann provenienti da varie destinazioni. Diversi autobus cittadini si fermano dinanzi all ‘ex Palazzo della Provincia.

Se si giunge in auto, è consigliabile lasciare la vettura nel grande parcheggio comunale “Pane e Pomodoro”, ubicato nel tratto sud del Lungomare, e di lì prendere la navetta B, che si ferma all’altezza del Palazzo della Regione, distante pochi metri dal Palazzo dell’ex Provincia dove, al IV piano, ha sede la Pinacoteca. Il parcheggio per 24 h e la navetta costano € 1,00.

 

ORARIO: dal martedì al sabato ore: 9.00 – 19.00
domenica ore: 9.00 – 13.00
in occasione della mostra, ogni domenica alle ore 10:45 sarà effettuata una visita guidata compresa nel prezzo del biglietto d’ingresso
lunedì e festività settimanali: chiuso
(La biglietteria chiude 30 minuti prima dell’orario di chiusura).

PREZZI D’INGRESSO: INTERO € 2,58
RIDOTTO € 0,52:

– soci COOP – muniti di tessera di iscrizione;
– soci TOURING – muniti di tessera di iscrizione;
– possessori coupon QUI!CULTURA.

GRATUITO:
-studenti universitari e di istituti AFAM (Accademie di Belle Arti e Conservatori Musicali) – muniti di libretto di iscrizione;
-giornalisti – muniti di tesserino;
-minori di 18 anni e maggiori di 65 anni;
-tesserarti ICOM;
la prima domenica di ogni mese.

Ingresso libero in occasione di inaugurazioni, cerimonie e particolari iniziative in programma

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