Il latte di soia – Dott.ssa Antonia Griffo

Il latte di soia, denominato anche latte vegetale, dal punto di vista nutrizionale è del tutto simile al latte vaccino, tanto più che spesso viene commercializzato con l’aggiunta di vitamina B12 e carbonato di calcio, sostanze delle quali risulterebbe altrimenti carente se paragonato al latte vero e proprio. Rispetto al latte di mucca è però meno calorico, manca di colesterolo e apporta una discreta quantità di grassi insaturi (i cosiddetti grassi buoni) a fronte di un contenuto ridotto di grassi saturi. Grazie al contenuto di lecitina inoltre, il latte di soia espleta un’efficace azione di controllo del colesterolo cattivo. Inoltre è ricco di isoflavoni, fitoestrogeni ad azione antiossidante che trovano oggi largo impiego nella cura dei sintomi della menopausa. L’avete mai assaggiato? è davvero molto gustoso…aspetto i vostri pareri

Dott.ssa Antonia Griffo
Biologa Nutrizionista
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Immobilità e problemi fisici – Dott.ssa Antonia Griffo

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La società moderna purtroppo impone stili di vita che inibiscono ogni tipo di attività fisica, di esercizio, di movimento; il livello motorio e la quantità di stimoli fisici alla quale la maggior parte delle persone è sottoposta quotidianamente è insufficiente. Ed è dall’immobilità che partono tutti i problemi. Riflettiamo.

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Febbraio per purificarsi – Dott.ssa Antonia Griffo

febbraio.jpgFebbraio è il mese giusto per cominciare a liberare l’organismo dalle tossine accumulate durante l’inverno: scegli sempre frutta e verdura di stagione, è molto importante. In questo modo si ha garanzia di freschezza e il prodotto conserva le sue proprietà nutrizionali.

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Il tè verde Dott.ssa Antonia Griffo

te_verde.jpgIl The Verde (nome scientifico Camelia Sinensis) è una varietà cinese di Long Jing, ricco di elementi benefici per la salute, come i polifenoli e le catechine, che sono sostanze che aiutano con un effetto drenante e antiossidante.

Il The verde inizia ad essere utilizzato 3.000 anni fa in Cina per i suoi notevoli benefici sulla salute. Già nell’antichità i cinesi sapevano che il The verde aveva il potere di guarire il mal di testa, e li aiutava ad eliminare le tossine e a preservare la giovinezza. Ma per anni nessuna altra cultura aveva dato importanza a questo infuso, ed è solo da un paio di anni che numerose ricerche scientifiche ci hanno dimostrato i suoi numerosi benefici. Oggi la pianta del the verde si coltiva in tutti i paesi con clima tropicale, ed è conosciuta a livello mondiale.
Le catechine presenti nel The Verde aiutano a migliorare alcune malattie e diversi disturbi dell’organismo. In studi realizzati in laboratorio con alcuni topi si è dimostrato che le alte concentrazione di questa sostanza aiutano a diminuire i livelli di colesterolo nel sangue e a mantenerlo dentro i parametri considerati normali.
In Giappone, dove il The verde è consumato in molti momenti della giornata, sono diminuiti i casi di Cancro tanto per gli uomini quanto per donne, in relazione ad altre popolazioni che invece non consumano the verde. Solo 254 mg di catechine al giorno bastano per ottenerne gli effetti benefici. Dobbiamo considerare che una tazza di The Verde apporta da 100 a 150 mg di Catechine, quindi con 2 tazze al giorno di The verde si garantisce il corretto apporto di questa sostanza.
Nel 1998, scienziati Cinesi avevano compilato un compendio su tutti i benefici già studiati e provati del The Verde. Uno degli studi scientifici dimostrò che il consumo giornaliero di The verde durante un arco di tempo di 6 mesi diminuiva le lesioni cancerogene della mucosa orale. Mentre la Rivista di Nutrizione Clinica Americana pubblicò un studio in cui si dimostrava la relazione tra il consumo di The Verde e la perdita di peso, rendendolo un aiuto al problema dell’obesità, grazie all’ effetto drenante e accelerante del metabolismo di questa bevanda.
In Olanda invece dimostrarono che le donne che bevevano 5 tazze di The verde al giorno correvano meno rischi di essere colpite da aterosclerosi.

 

te_verde_tazza.jpgAltri benefici dimostrati sono:

– Controllo del Diabete
– Diminuizione dei livelli di glicemia in sangue
– Previenzione ed eliminazione della placca dentale
– Diminuizione delle carie dentali
– Migliorame
nto dell’alitosi

– Prevenzione e miglioramento della diarrea
– Diminuzione dela pressione sanguigna, poichè evita la liberazione della angiotensina II
– Aumento della potenza negli sportivi
– Miglioramento della respirazione, poiché agische come un broncodilatadore
– Diminuzione dei rischi di la formazione di coagulo di sangue (trombosi)
– Riduzione dei livelli di Colesterolo e trigliceridi nel sangue, aumentando i livelli di HDL Colesterolo (colesterolo buono).

Un altro eccellente beneficio dimostrato sulle donne Giapponesi è il fatto che le catechine disattivano il virus della influenza, e allo stesso tempo rinforzano il nostro sistema immunitario.
Una delle scoperte più recenti e più importanti riguardo al The verde è stata fatta da un gruppo di scienziati dell’ Istituto Aichi, in Giappone, che hanno dimostrato come le catechine di questo The sembrino bloccare l’azione del Virus dell’ AIDS.

Il metodo migliore per ottenere la quantità maggiore di catechine in una tazza di The verde è quello dell’infusione, facendo riposare il tutto per 5 minuti prima di bere. Il The verde deteinato, quello venduto in bustine da infusione, ha una bassa concentrazione di catechine. I polifenoli presenti nel The verde sono invece potenti antiossidanti, più potenti anche della vitamina C ed E; ha quindi effetti anti- cancerogeni , anti-invecchiamento e azione probiotica.
Le foglie del The verde hanno da un 5 ad un 6% di acqua e da un 4 a un 7 % di minerali, quindi sotto il punto di vista biochimico è un alimento molto ricco.

È importante segnalare che anche se il The verde ha un gran numero di benefici , ha anche un contenuto di caffeina elevato che, anche se non agli alti livelli del caffé, può causare ansia e nervosismo. L’ eccesso di The verde può inoltre aumentare la diuresi provocando disidratazione. Se si assume a digiuno e in maniera troppo concentrata può provocare nausea e vomito. Per tutti questi motivi è importante un consumo controllato. La dose raccomandata è da 1 a 2 tazze da 250 cc al giorno.

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Dieta mediterranea – Dott.ssa Antonia Griffo

Il termine dieta mediterranea è stato coniato dagli americani agli inizi degli anni ’60.
Tutto comincia alla fine della seconda guerra mondiale, quando il medico americano Ancel Keys si accorse che le popolazioni povere di alcune zone
dell’Italia meridionale presentavano un tasso di mortalità dovuto a malattie cardiovascolari molto inferiore rispetto alla popolazione americana.
Gli scienziati ipotizzarono che questo fenomeno fosse correlato alle abitudini alimentari dell’area mediterranea: venne effettuato uno studio
epidemiologico su vasta scala che confermò questa ipotesi ed elesse la dieta mediterranea adatta a prevenire malattie cardiovascolari. La dieta mediterranea non è uno specifico programma dietetico, ma un insieme di abitudini alimentari tradizionalmente seguite dai popoli della regione mediterranea. Vi sono almeno 16 stati che si affacciano sul Mar Mediterraneo e le abitudini alimentari variano da Paese a Paese a seconda della cultura, delle tradizioni etniche e della religione. Da quando le statistiche sulla mortalità hanno indicato che le popolazioni mediterranee vivono più a lungo degli altri Europei, gli scienziati hanno cercato di dedurre quali componenti della dieta mediterranea siano responsabili dei suoi notevoli vantaggi. Ecco alcuni dei candidati individuati finora:

Olio d’oliva
L’olio d’oliva è il primo indagato poiché viene usato quasi esclusivamente nella cucina mediterranea al posto del burro, della margarina e degli altri
grassi. L’olio d’oliva è una ricca fonte di grassi monoinsaturi, che proteggono contro la malattia cardiaca, forse perché sostituiscono i grassi saturi nella dieta. L’olio d’oliva è anche una fonte di antiossidanti tra cui la vitamina E. Ma è importante ricordare che l’olio d’oliva viene usato per preparare piatti a base di verdure, salsa di pomodoro, insalate e per friggere il pesce. 

Frutta e verdura
È stato dimostrato che un elevato consumo di frutta e verdura fresca svolge un’azione protettiva contro la malattia cardiaca e il cancro, probabilmente grazie agli antiossidanti contenuti in questi alimenti. I pomodori sono stati esaminati con particolare attenzione perché sono un ingrediente essenziale
della cucina mediterranea. Sono effettivamente una fonte importante di antiossidanti e il processo di riscaldamento determinato dalla cottura, per
esempio nella preparazione della salsa di pomodoro, è altamente benefico perché incrementa la disponibilità di licopene, uno dei principali antiossidanti di questi ortaggi. 

Pesce 
È stato anche suggerito che il pesce  abbia notevoli proprietà salutari. Il pesce  è una fonte di grassi polinsaturi omega 3 e sembra che i derivati
complessi a catena lunga di questi grassi giovino particolarmente alla salute del cuore per le loro proprietà antinfiammatorie, che favoriscono una corretta circolazione del sangue.

Vino con moderazione 
In tutta la regione mediterranea si beve vino con moderazione, di solito in concomitanza con i pasti. Per gli uomini, per moderazione si intendono due
bicchieri al giorno, per le donne uno.  Il vino, in particolare quello rosso, contiene un’ampia gamma di composti vegetali che hanno proprietà salutari chiamati fitonutrienti. Tra questi, i polifenoli, che sono potenti antiossidanti, proteggono contro l’ossidazione delle LDL (lipoproteine a bassa densità) e contro le altre conseguenze patologiche del processo di ossidazione. Altri fitonutrienti ricoprono una funzione nell’inibizione dell’aggregazione delle piastrine, nella vasodilatazione, ecc.

Secondo numerosi studi la dieta mediterranea ha effetti protettivi sul cervello, contribuendo a prevenire il declino cognitivo; essa è molto importante per i suoi effetti benefici sulla salute. Dopo essersi rivelata protettiva nei confronti di malattie cardiovascolari, tumori e probabilmente di allergie e asma, lo studio ne segnala i potenziali effetti protettivi sul cervello. È infatti emerso che chi segue questo tipo di regime alimentare ha meno possibilità di andare incontro a un modesto declino cognitivo, uno stadio tra il normale invecchiamento e la demenza. Non solo, la dieta mediterranea ridurrebbe le possibilità di sviluppare la malattia di Alzheimer in chi già mostra segnali di difficoltà cognitive. Questo tipo di alimentazione è  così sano grazie ad una combinazione di tutti i diversi ingredienti, non solo, è anche probabile che altri fattori, quali un atteggiamento più rilassato nei confronti del cibo e una maggiore attività fisica contribuiscano a creare in questa regione uno stile di vita complessivamente sano. 

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Calcoli alla colecisti alimenti da evitaree

Alimenti sconsigliati a persone affette da calcoli alla colecisti sono i seguenti: latte intero,formaggi fermentati, piccanti, semigrassi e grassi, uova, maionese e senape, condimenti grassi e salse piccanti, carni grasse, affumicate, marinate e salate (agnello, anatra, cacciagione, capretto, frattaglie, maiale, montone, oca), salumi e insaccati, frutta secca, alcolici e superalcolici , caffè, tè, bevande gassate , panna. 

Ovviamente la patologia può essere decisamente meglio gestita se si ha un buon stile di vita. L’alimentazione quindi è un’arma in più che è tanto più potente quanto più si vive meglio. Per esempio, è decisamente inutile occuparsi di mangiare bene se poi si fuma, si ha una vita totalmente sedentaria, ci si concede troppo spesso agli alcolici ecc

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Fibra alimentare – Dott.ssa Antonia Griffo

 

fibra.jpgLa definizione di fibra alimentare è complessa e in continua evoluzione. Secondo l’Associazione Americana dei Chimici dei Cereale, la fibra alimentare è la parte commestibile delle piante o un carboidrato analogo che resiste alla digestione e all’ assorbimento nel piccolo intestino, e va incontro a fermentazione completa o parziale nel grande intestino. Nonostante differenti gruppi nel mondo, abbiano discusso su quali sostanze dovrebbero essere considerate fibre alimentari, molti di loro concordano che appartengono a questo gruppo anche sostanze indigeribili quali i polisaccaridi non amilacei, la cellulosa e l’emicellulosa, gli oligosaccaridi, le pectine, le gomme e la lignina.
In base alla loro solubilità in acqua, le fibre possono essere classificate in solubili e insolubili. Alle fibre insolubili appartengono le lignine, la cellulosa e l’emicellulosa. Le fibre insolubili, invece, comprendono i pentosani solubili, le pectine e i glucomannani. La fibra insolubile è contenuta soprattutto nei cereali integrali, nelle verdure e negli ortaggi, mentre quella solubile è presente soprattutto nei legumi e nella frutta, anche se alcuni prodotti vegetali contengono entrambi i tipi di fibra.
Le fibre insolubili in acqua agiscono prevalentemente sul funzionamento del tratto gastrointestinale, determinando un ritardo nello svuotamento gastrico, un aumento della massa fecale, un accelerato transito intestinale e una riduzione del tempo di contatto con la mucosa intestinale di eventuali sostanze potenzialmente tossiche presenti negli alimenti.
Le fibre solubili, invece, hanno la proprietà di formare soluzioni viscose e riducono o rallentano lo svuotamento gastrico, il transito intestinale e la sua peristalsi e riducono l’assorbimento di alcuni nutrienti, quali grassi e carboidrati.
L’introito di fibra alimentare raccomandato dai LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti per la Popolazione Italiana) è pari a 30 grammi al giorno. L’importanza della fibra alimentare nella dieta è legata ai suoi effetti fisiologici benefici sulla salute umana, infatti numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato una relazione inversa tra consumi di fibra e alcune malattie caratteristiche delle società industriali, quali insulino-resistenza/iperglicemia, dislipidemie, obesità, diabete e malattie cardiovascolari.


 

I possibili meccanismi con cui la fibra esplica i suoi effetti benefici sulla salute umana sono molteplici.

1-  Gli effetti ipocolesterolemizzanti della fibra sono in parte attribuibili alla sua viscosità. Infatti, una fibra non viscosa o la cui viscosità è stata ridotta a sufficienza, è priva di effetti ipocolesterolemizzanti. Man mano che il cibo viene digerito e assorbito nell’ intestino tenue, la fibra diventa una componente principale nel lume intestinale e la sua viscosità si rende evidente. Questa viscosità interferisce con l’ assorbimento degli acidi biliari da parte dell’ileo. A ciò segue che il colesterolo LDL è rimosso dal sangue e convertito in acidi biliari dal fegato per rimpiazzare gli acidi biliari escreti con le feci. Inoltre, la modificazione della composizione del pool degli acidi biliari riduce la sintesi di colesterolo . Poiché la sintesi endogena è responsabile di circa i 3/4 del pool totale di colesterolo, la riduzione della sintesi di colesterolo può avere un effetto favorevole sui livelli di colesterolo circolante. Anche la produzione di propionato durante la fermentazione colica della fibra potrebbe essere responsabile della riduzione della colesterolemia, infatti, questo composto captato dagli epatociti, sarebbe in grado di inibire la sintesi di colesterolo con ricadute favorevoli sui livelli di LDL.
2-  L’effetto ipoglicemizzante è differente a seconda delle proprietà chimico-fisiche delle diverse fibre ed ascrivibile a diversi fattori. Un possibile contributo potrebbe essere legato al ritardato svuotamento gastrico. Anche la viscosità come lo stato fisico potrebbero giocare un ruolo. Infatti, sia l’elevata viscosità che lo stato fisico possono rallentare l’assorbimento dei macronutrienti riducendo, così, il picco glicemico in fase post-prandiale. Riducendosi le concentrazioni plasmatiche di glucosio diminuisce anche la quantità di insulina necessaria alla clearance del carico glicemico e, con il passare del tempo, le ridotte concentrazioni di insulina potrebbero indurre una up-regolation dei recettori dell’insulina sulla membrana cellulare, migliorando così l’insulino-sensibilità. È stato anche ipotizzato un ruolo degli acidi grassi a catena corta, che derivano dalla fermentazione batterica della fibra solubile nel colon sul controllo glicemico e sul miglioramento dell’insulino-sensibilità.
3- Un aumento del consumo di fibra alimentare è correlato inversamente con la pressione arteriosa e potrebbe contribuire a prevenire l’ ipertensione. Sono stati ipotizzati molti meccanismi attraverso cui la fibra alimentare agisce sulla pressione arteriosa. L’efficacia delle fibre solubili e insolubili nel ridurre l’insulino – resistenza e la concomitante iperinsulinemia potrebbe contribuire all’effetto  ipotensivante dal momento che insulino – resistenza e iperinsulinemia sono state proposte come meccanismi patogenetici alla base dello sviluppo dell’ipertensione.
4- Inoltre un pasto ricco in fibra, a causa del suo volume e della sua densità energetica relativamente bassa può promuovere un maggiore senso di sazietà con possibili ricadute favorevoli sul peso corporeo.

Alimenti ricchi di fibre: legumi, broccoli, carciofi,  mandorle, farine integrali, avena ed in generale tutti gli alimenti di origine vegetale.  La fibra solubile è presente sopratutto in frutta e legumi, quella non solubile in cereali ed in alcuni tipi di ortaggi.  Razione giornaliera raccomandata: circa 20-35 g al giorno (con un rapporto 3/1 tra fibre insolubili e solubili in acqua); per il bambino 5 g al giorno più 1 g moltiplicato per l’età.  Esagerare con l’apporto di fibra alimentare può essere pericoloso. Troppa fibra apporta infatti un eccesso di acido fitico, una sostanza che ostacola l’assorbimento di alcuni minerali tra cui il calcio, il selenio, il ferro e lo zinco. Occorre inoltre ricordare che la parte esterna del chicco, che viene normalmente asportata durante la raffinazione, è la più esposta alle sostanze chimiche utilizzate in agricoltura. Per questo motivo è bene accertarsi della provenienza dell’alimento integrale acquistato, onde evitare l’introduzione di  sostanze dannose per il nostro organismo.

Dott.ssa Antonia Griffo

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I 5 colori del benessere – Dott.ssa Antonia Griffo

5cpolori2.jpgCinque porzioni a colori di frutta e ortaggi, ogni giorno, contribuiscono a mantenere il nostro benessere. È una regola semplice e buona, un consiglio utile per proteggere la salute e coprire il fabbisogno di nutrimento del nostro organismo. Sono tanti i modi per consumare con gusto 5 porzioni di 5 colori al giorno: bianco, blu-viola, giallo-arancio, rosso e verde.


Ciascun colore è caratterizzato dalla presenza di sostanze chiamate “phytochemicals” (composti organici di origine vegetale), che non hanno funzione nutritiva, ma costituiscono uno scudo protettivo per il nostro organismo e ci mantengono in forma senza bisogno di integratori. Frutta e ortaggi, sia crudi che cotti, conferiscono alla nostra alimentazione le caratteristiche tipiche della dieta mediterranea e arricchiscono di gusto e colore la nostra buona tavola.

Le più recenti indagini e i rilevamenti sui consumi alimentari mostrano quanto sia forte il legame tra alimentazione e salute e come le persone siano sempre più attente e sensibili al proprio benessere che si raggiunge con un’alimentazione variata e uno stile di vita attivo. E’ stato ampiamente dimostrato che il benessere si mantiene con il consumo quotidiano di prodotti ortofrutticoli freschi di cinque colori: blu/viola, verde, bianco, giallo/arancio e rosso. Sono questi i “cinque colori del benessere”.
Mangiando secondo questa regola, non solo ci si nutre bene, ma si riduce anche di un terzo il rischio di sviluppare tumori, diabete, patologie cardiache e coronariche ed altre malattie altrettanto diffuse. Ciascun frutto e ortaggio ha una sua composizione caratterizzata da un ridotto contenuto calorico e dalla presenza di acqua, zuccheri, vitamine, minerali, fibra alimentare e phytochemicals (composti organici di origine vegetale), che sono sostanze presenti nelle piante, catturano l’energia del sole, responsabile della vita nel mondo vegetale, dando a frutta e ortaggi i loro colori così vivaci e invitanti. I phytochemicals sono fondamentali per la salute, perché proteggono il nostro organismo riducendo il rischio di molte patologie come quelle cardiovascolari, il diabete, l’ipercolesterolemia e i tumori. I Phytochemicals, l’acqua, le vitamine, i minerali, la fibra, il sodio e il potassio sono quindi fonte di vita e benessere. Il consumo quotidiano e variato di frutta e verdura, sia cruda che cotta, assicura un rilevante apporto di elementi ad alto valore nutritivo, e allo stesso tempo consente di limitare la quantità di calorie assunte grazie al ridotto contenuto di grassi ed all’elevato potere saziante.

I 5 COLORI:

1. Gli alimenti del gruppo ROSSO (Barbabietola, Pomodoro, Ravanello, Anguria, Arancia rossa, Ciliegia, Fragola) aiutano a mantenere: un cuore in salute, le funzioni di memoria e riduce il rischio di sviluppare alcuni tumori

2. I cibi giallo- arancio (Carota, Peperone, Zucca, Albicocca, Arancia, Cachi, Limone, Mandarino, Melone, Nespola, Pesca, Pompelmo) combattono il rischio di sviluppare tumori e patologie cardiovascolari. Potenziano la vista e prevengono l’invecchiamento cellulare. I componenti più importanti sono il betacarotene e i flavonoidi

 

5colori.jpg3. I cibi di colore Marrone-Bianco (Cipolla, Aglio, Cavolfiore, Finocchio, Sedano) sono un vero affare per la nostra salute. Rinforzano il tessuto osseo e i polmoni. Combattono tumori e patologie cardiovascolari. Il componente più importante è la quercetina, un antiossidante nemico dei tumori

4. I cibi di colore Verde (Asparagi, Basilico, Bieta, Broccoli, Carciofi, Cetrioli, Cicoria, Lattuga, Prezzemolo, Spinaci, Zucchine, Kiwi) sono ricchi di clorofilla, e grazie alla sua potente azione antiossidante ed ai carotenoidi aiutano a prevenire molti tipi di tumore ed a proteggere dalle patologie coronariche. Nel verde c’è il magnesio, importante nel metabolismo dei carboidrati e delle proteine. Aiuta il nostro benessere stimolando l’assorbimento di calcio, fosforo, sodio e potassio. Importanti anche per la presenza di acido folico, folati e Vit.C

5. I cibi di colore Blu-Viola (Melanzane, Radicchi, Fichi, Mirtilli, More, Prugne, Ribes , Uva nera)sono nemici dei tumori e delle patologie cardiovascolari. Amici della vista, dei capillari sanguigni e di una corretta funzione urinaria. Ricchi di antocianine, combattono patologie della circolazione del sangue e prevengono l’aterosclerosi.

Nutritevi dei colori della vita,attraverso i “cinque colori del benessere” è più facile ricordarsi che conviene variare, diventa più semplice comprendere le caratteristiche nutrizionali e i fattori protettivi associati a ogni tinta base.

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La Piamide alimentare – Dott.ssa Antonia Griffo

Immagine555 (1).pngLa corretta alimentazione è fondamentale per una buona qualità della vita e per invecchiare bene. Il tradizionale modello alimentare mediterraneo è ritenuto oggi in tutto il mondo uno dei più efficaci per la protezione della salute ed è anche uno dei più vari e bilanciati che si conoscano.
La dieta mediterranea è sinonimo di equilibrio perfetto e corretta proporzione tra i vari nutrienti:
proteine 15%
carboidrati 60%
lipidi 25%.
Sulla base di tale modello è stata realizzata la piramide alimentare, utile per comprendere l’importanza dei vari alimenti e la quantità giusta da assumere, tutti ne hanno sentito parlare almeno una volta, ma…cos’è esattamente? Si tratta di una rappresentazione grafica utilizzata per descrivere un certo tipo di dieta, che permette di capire a colpo d’occhio quali siano i principi fondamentali del modello alimentare raffigurato. Esistono di diversi tipi di piramide alimentare, ogni nutrizionista ne può ideare uno, ma in generale il principio con cui sono costruite è lo stesso: alla base si trovano gli alimenti che devono essere consumati tutti i giorni e, via via  che si sale verso l’apice, la frequenza di assunzione dei vari cibi si dirada; ad ogni alimento, inoltre, corrispondono delle frequenze di assunzione consigliate.
Come già detto, di piramidi alimentari ne sono state create parecchie, ma i ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Alimentazione dell’Università “La Sapienza” di Roma ne hanno recentemente elaborata una nuova, adattata allo stato di salute, alle abitudini alimentari ed allo stile di vita della popolazione italiana di oggi. La piramide alimentare mediterranea, infatti, era adatta per gli italiani degli anni Cinquanta, molto meno sedentari di oggi, ma soprattutto non abituati a grosse disponibilità alimentari, ai fast-food ed alle “schifezze” (patatine, merendine e snack confezionati ecc). La piramide alimentare mediterranea è costituita da sei livelli, che comprendono alimenti nutrizionalmente simili, ai quali corrispondono precise frequenze di assunzione (definite QB, ovvero Quantità Benessere) e specifiche porzioni.

 

tipps_pyramide-i.jpgAl primo piano della piramide c’è l’acqua, essa è un elemento indispensabile per la vita, regola la temperatura corporea, lubrifica i tessuti , facilita i processi digestivi, il trasporto e l’assorbimento dei vari nutrienti, L’ideale è bere almeno un litro e mezzo/due litri di acqua durante la giornata e non solo quando si ha sete.
Al secondo piano  della piramide troviamo frutta e verdura che, nei loro cinque colori del benessere (rosso, verde, giallo-arancio, bianco e blu-viola), possiedono un particolare patrimonio nutrizionale in fotocomposti (dei quali fanno parte carotenoidi, clorofilla ecc), sostanze chimiche molto importanti nella prevenzione di molte malattie cronico-degenerative (fra cui rientrano alcune malattie del benessere). Sono gli alimenti che apportano all’organismo la maggior quantità di acqua, vitamine, sali minerali e fibre vegetali. Hanno un ridotto contenuto calorico, modeste quantità di proteine, amido, grassi e zuccheri semplici. Per questo, vanno consumati tutti i giorni, più volte al giorno.
Al terzo piano sono presenti gli alimenti ricchi di carboidrati complessi: pane, pasta e riso, patate e biscotti. Questi alimenti apportano all’organismo la maggior quota di carboidrati complessi (amido), sostanze necessarie ad assicurare il miglior carburante all’organismo umano per produrre l’energia di cui ha bisogno per funzionare. Secondo la Piramide Alimentare, vanno consumati tutti i giorni. I legumi, invece, forniscono anche proteine di buona qualità e sono una fonte di vitamine del gruppo B e di minerali quali Ferro e Zinco. Per queste qualità, possono rappresentare un’alternativa al consumo di carne. I legumi sono da consumarsi più volte alla settimana. I cereali, specie quelli integrali, grazie al contenuto di fibra sono altrettanto indispensabili al corretto funzionamento e al benessere globale del nostro organismo, e vanno consumati in quantità adeguata. I cereali integrali dovrebbero costituire la metà dei carboidrati consumati quotidianamente
Il quarto piano comprende i cibi come pesce, carni bianche e formaggi, alimenti che apportano all’organismo proteine spesso di qualità elevata, come quelle dell’uovo, necessarie per la crescita e lo sviluppo, nonché acidi grassi di origine animale e di vitamine (vitamina A, D e B6). Inoltre i formaggi contengono anche Calcio, che contribuisce in modo rilevante a soddisfare il fabbisogno dell’organismo umano, vitamine A e del gruppo B. Il pesce contiene quantità variabili di grassi, che possono raggiungere anche il 10% del peso. Tra questi, la famiglia degli omega-3, ritenuta efficace per la prevenzione delle malattie cardiocircolatorie.
Al quinto piano si trovano, invece, i grassi da condimento (olio extravergine d’oliva e burro). L’olio di oliva è composto da trigliceridi (ricchi di acidi grassi monoinsaturi), acidi grassi essenziali, vitamina E. Specie se extravergine, contiene anche sostanze protettive per l’organismo umano quali i polifenoli e i fitosteroli. È il condimento da utilizzare preferibilmente tutti i giorni.
Il sesto piano comprende gli alimenti non fondamentali per la dieta, ovvero gli alcolici (vino e birra) e i dolci da condimento (miele e zucchero) e tutti i prodotti che andrebbero consumati solo di rado. Quindi la Piramide Alimentare è la “chiave grafica” per visualizzare il modello mediterraneo e capire come adottarlo, è una vera e propria “bussola” che deve orientarci a tavola.
Un’altra piramide fondamentale è quella dell’attività fisica, infatti, alle abitudini alimentari descritte dalla piramide sono state abbinate anche delle abitudini di attività fisica: non si può parlare di stile di vita attivo e alimentazione sana se non c’è la pratica quotidiana, costante e moderata di un po’ di movimento. I livelli anche per l’attività fisica si basano sul principio “Più sforzo, meno tempo; meno sforzo, più tempo”: in basso alla piramide si trovano attività leggere, che richiedono sforzi meno intensi e devono essere praticate più frequentemente durante la settimana, man mano che si sale verso l’alto troviamo attività più intense da svolgere più raramente, infine, all’apice della piramide vi sono le abitudini errate come guardare la tv, giocare con i videogames da ridurre il più possibile.

È estremamente importante abituarsi a tenere uno stile di vita attivo: fare le scale anziché prendere l’ascensore, spostarsi a piedi o in bicicletta anziché usare l’auto o il motorino, se si usano i mezzi pubblici scendere qualche fermata prima e proseguire a piedi ecc.
È fondamentale tenere presente che la piramide alimentare italiana è solo un modello rappresentativo di alimentazione, una guida, ma non deve essere rispettata rigorosamente. Ognuno di noi possiede fabbisogni nutrizionali ed energetici diversi, per cui le porzioni suggerite dalla piramide alimentare sono solo un riferimento, che va poi adattato alle nostre esigenze. Seguire queste indicazioni è utile per mantenere un buono stato di salute, ma non è sempre facile modificare le proprie abitudini alimentari per conformarsi ad un modello dietetico nuovo. Se invece la piramide alimentare italiana rispecchia le vostre abitudini alimentari, continuate così!!

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Il pesce – Dott.ssa Antonia Griffo

pesce.jpgIl pesce da sempre rappresenta un tassello fondamentale nell’alimentazione dell’uomo ed oggi è uno dei cardini della dieta mediterranea. Ha delle ottime qualità nutrizionali in quanto apporta proteine di alto valore biologico, acidi grassi insaturi, tra cui gli omega-3, sali minerali come il fosforo, lo iodio, il selenio e vitamine A, D e B. Quante volte a settimana mangiate il pesce?

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Obesità – Dott.ssa Antonia Griffo

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L’Obesità è una patologia multifattoriale, tipica, anche se non esclusiva, delle società dette “del benessere”. Si definisce obeso un individuo la cui massa di tessuto adiposo sia eccessiva, con indice di massa corporea maggiore di 30. L’obesità è quasi sempre correlata ad altre malattie, tra queste le disfunzioni cardiocircolatorie, il diabete, patologie a carico del sistema osteo-articolare, ictus e la sindrome da apnea notturna.

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