Omaggio ad un maestro Giacomo Tachis mescolavin

Omaggio ad un maestro Giacomo Tachis mescolavin

Due giorni per ricordare, le persone, una strada, un dono a San Casciano dove viveva, la Sardegna nel cuore del re degli enologhi italiani, Giacomo Tachis, che, come affermava, nessuna zona in Italia da tanta luce alla vite come in Sardegna dove le foglie sono bagnate dagli schizzi del mare.
E’ stata inaugurata il 10 novembre, a Santadi, all’inizio della prima delle due giornate di iniziative (“Omaggio ad un Maestro”) organizzate dalla Cantina Santadi, la via Giacomo Tachis, intitolata a re degli enologi italiani, scomparso il 6 febbraio 2016, all’età di 82 anni.
Al termine della breve cerimonia, presente, tra gli altri, la figlia Ilaria, è iniziato un interessante un incontro nel corso del quale è stato presentato un libro sulla vita del grande enologo, “Giacomo Tachis – Mescolavin”, pubblicato dalla Fondazione ChiantiBanca.
“Giacomo Tachis – come ha spiegato Stefano Mecocci Presidente della Fondazione ChiantiBanca – ha donato tutto il suo preziosissimo materiale cartaceo alla Fondazione ChiantiBanca per custodire e rendere fruibile la sua preziosa biblioteca personale. Il maestro degli enologi italiani venuto a mancare sabato 6 febbraio all’età di 83 anni ha donato la sua biblioteca alla Fondazione ChiantiBanca, donazione che Tachis concluse nel 2012, firmando tutti gli atti necessari proprio in mezzo a quei libri, a casa sua. La scelta è stata determinata in quanto conosceva bene la filosofia della banca e il legame con il territorio, oltre 3.500 i volumi che compongono la donazione sono stati censiti uno per uno da tre archivisti per un mese e mezzo. “Ci sono libri sul vino – spiega Mecocci – ma non solo. C’è tutta la vita e la cultura di un uomo di elevato spessore, di grande conoscenza e di studio. Ci sono anche tutti i faldoni che custodiscono i segreti, le ricette dei vini che hanno reso famoso Giacomo Tachis: Tignanello, Sassicaia, il Muffato. Dalla ricerca, alla ricetta, al prodotto. Ma anche suoi lavori inediti, come gli scritti sugli aceti o sul Vinsanto”.
Sono seguiti alcuni interventi che hanno permesso di ricostruire la vita e l’operato di Giacomo Tachis: nell’ordine hanno parlato Antonello Pilloni, presidente della Cantina Santadi e grande amico di Giacomo Tachis, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, che ha sottolineato come la Cantina Santadi sia un’eccellenza per l’intera Sardegna, un esempio molto positivo da seguire in un territorio segnato da grandi difficoltà legate alla crisi dell’apparato produttivo industriale; il marchese Piero Antinori, delle Cantine Antinori, con le quali Giacomo Tachis ha collaborato per oltre 30 anni e grazie alla cui disponibilità, ha potuto poi avviare una collaborazione con la Cantina Santadi, che ha portato alla nascita del “Terre Brune” ed alla promozione dei vini della Cantina Santadi in tutto il mondo, scrivendo la storia del Carignano e, successivamente, anche la collaborazione con la Cantina Argiolas di Serdiana, con la quale ha “inventato” il “Turriga”; i responsabili di alcune grandi realtà vitivinicole di Sicilia (altra grande isola amata quasi come la Sardegna da Giacomo Tachis), Trentino Alto Adige e Toscana, con le quali ha avuto rapporti di collaborazione il grande enologo; Andrea Cappelli e Bruno Bruchi, autore e fotografo del libro.
Nella cover del vino “L’arte di fare il vino” e, nella parte finale dell’incontro, per significare quanto fare il vino sia arte, Elisabetta Rogai, artista fiorentina, ha donato alla Cantina Santadi un ritratto di Giacomo Tachis, commissionatole dalla Fondazione ChiantiBanca e realizzato con la tecnica EnoArte, usando i vini Carignano del Sulcis superiore Doc “Terre Brune” ed un Tignanello dei Marchesi Antinori.
Breve scheda di Giacomo Tachis.
Originario di Poirino (Torino), Giacomo Tachis ha studiato alla Scuola di enologia di Alba ed ha lavorato per tantissimi anni in Toscana e in Sardegna. Ha lasciato l’attività di winemaker nel 2010 per dedicarsi, nella sua casa di San Casciano Val di Pesa, in Toscana, a studiare, a scrivere e a custodire antichi volumi, da appassionato bibliofilo. Ha inventato, negli anni, grandissimi vini, pluripremiati ed esportati con successo in tutti i Continenti, tra i quali, in Toscana, il Tignanello, il Solaia ed il Sassicaia, e, in Sardegna, il Terre Brune della Cantina Santadi ed il Turriga della Cantina Argiolas di Serdiana. Ha diretto per 32 anni le Cantine Antinori.
Nel mese di luglio 2011 Giacomo Tachis non poté partecipare, per le precarie condizioni di salute, ai festeggiamenti organizzati dalla Cantina Santadi per il raggiungimento del traguardo del mezzo secolo di attività, ai quali teneva tantissimo. Nel corso della cerimonia echeggiò il suo nome, in quanto grande amico del presidente Antonello Pilloni e della Sardegna, in particolare del Sulcis.
Nel 2014 Giacomo Tachis ha ricevuto la massima onorificenza della Regione Toscana, la medaglia d’oro con il simbolo del Pegaso, ritirata dalla figlia Ilaria perché impossibilitato a muoversi.
Oggi la Cantina Santadi è diventata patrimonio di tutto il territorio. Di qui un primo riconoscimento all’amico per eccellenza, Giacomo Tachis, al quale l’allora sindaco di Santadi, Cristiano Erriu (oggi assessore dell’Urbanistica e degli Enti locali della Regione Sardegna), proprio nei giorni del 50° della Cantina Santadi, ha concesso, con delibera unanime dell’intero Consiglio comunale, la cittadinanza onoraria.
Per festeggiare i suoi 50 anni di attività, nel 2011 la Cantina Santadi ha creato un altro vino, “Sardos”, magnum prodotto in lotto unico di 13.500 pezzi, frutto delle migliori selezioni di diverse annate di Carignano con piccole aggiunte di vitigni internazionali (Cabernet e Merlot), studiato e concepito da Giacomo Tachis.
Ora, con la via a lui dedicata, all’ingresso del paese, proprio davanti alla Cantina, il nome di Giacomo Tachis resterà per sempre legato alla città di Santadi.
Crediti ph: Bruno Bruchi

Omaggio ad un maestro Giacomo Tachis mescolavinultima modifica: 2018-11-15T13:57:10+01:00da modastylema
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