Con i suoi fiori color porpora evoca atmosfere poetiche.
Coltivato in Oriente fin dall’antichità, i lillà (“Syringa vulgaris”) giunse probabilmente in Europa intorno al sedicesimo secolo e Germania, Italia, Olanda e Danimarca ne divennero i maggiori coltivatori, ottenendo, con gli incroci, varietà di incredibile bellezza.
Ne esistono infatti a fiore semplice e doppio e nelle più originali tonalità cromatiche, dal blu cobalto al rosso porpora, dal blu lavanda al caratteristico lilla.
Noto anche con il nome di “serenella”, il lillà è una pianta dal portamento arbustivo-cespuglioso che può raggiungere i due-cinque metri di altezza. La generosa fioritura sboccia in aprile-maggio e si presenta nelle tipiche pannocchie pendule, di grande impatto estetico.
Rustico e facile da coltivare, il lillà si adatta alle più diverse situazioni. Cresce infatti in qualsiasi terreno, sebbene sia comunque preferibile usare un composto profondo, fertile e ben drenato. Ama posizioni soleggiate, ma si acclimata anche in luoghi meno idonei.
Per favorire uno sviluppo rigoglioso e una più copiosa fioritura è opportuno togliere sempre i fiori appassiti per impedire la produzione del seme.
E’ meglio scegliere le varietà innestate, generalmente sul “Ligustrum”, perchè questa particolare tecnica di coltivazione consente di ottenere piante più forti e dalle infiorescenze più ricercate.
Si pota soltanto per contenerne la dimensione, soprattutto se impiegato per nascondere cancellate e ringhiere o per mascherare muri e facciate. Le piante più vecchie sopportano in inverno energiche potature.
Si trapianta in autunno. Si riproduce per seme, ma la crescita è piuttosto lenta, e per talea erbacea in giugno o per talea legnosa in estate.